ANGELO FERRACUTI

Andare, camminare, lavorare.

Se un occhio potesse osservarli tutti adesso, in questo stesso istante, li vedrebbe contemporaneamente i tanti portalettere italiani, con passi differenti, e diverse espressioni, altezza, colore dei capelli, occhiali da sole e da vista, passi diversi, tutti in movimento, frenetici su giroscale deserti, impettiti in attesa davanti al cancello di una palazzina residenziale, fermi sulle soglie degli appartamenti, a guardare il cielo, le nuvole, dentro le auto di servizio nelle vie di città o negli scooter lanciati sui rettifili, lentamente avanzare a velocità ridotta sulle stradine solitarie di una campagna coi prati verdi e alberi secolari.

Da Chamois allo Zen di Palermo, da Milano a Trepalle, da Castelluccio di Norcia alle città d’arte con le piazze medievali assolate fino ai borghi arroccati sui colli, nelle isole di Ponza e Ventotene, sotto il vulcano dell’Etna, mentre sta piovendo, nevica, o il sole cocente accarezza e brucia i corpi, un esercito di queste donne e uomini sta arrivando nelle case di tutti. Come un piccolo esercito di formiche.

“I portalettere registrano, guardano, si accorgono. Non sfugge loro niente, tutto messo da parte in un luogo segreto della memoria. Oggetti, visi, sguardi, profumi. Sanno i dolori, le malattie, ma riescono a intuire anche gli stati improvvisi di felicità.”

Scrittore italiano. Ha esordito con la raccolta di racconti “Norvegia” (Transeuropa 1993). Sono seguiti i romanzi “Attenti al cane” (Guanda, 1999), “Nafta” (Guanda, 2000) e “Un poco di buono” (Rizzoli, 2002), i reportage narrativi “Le risorse umane” (Feltrinelli, 2006), tradotto in Spagna da Meettok, con il quale ha vinto il Premio Sandro Onofri, “Viaggi da Fermo” (Laterza, 2009), “Il mondo in una regione, storie di migranti nelle Marche” (Ediesse, 2009), “Il costo della vita. Storia di una tragedia operaia” (Einaudi, 2013) con un inserto fotografico di Mario Dondero, per il quale gli è stato assegnato il Premio "Lo straniero", la raccolta di reportage “I tempi che corrono” (Alegre, 2013), e il racconto "Come pesci d'acqua dolce" (Studio bibliografico Volpato, 2011).

Ha curato il saggio a più voci “Paesaggi italiani, percorsi della nuova narrativa italiana” (Transeuropa 1995), “Donderoad” (Cattedrale 2008), e per Ediesse la raccolta di racconti (con Stefano Iucci) “Consiglio di classe” (2009), e quella degli scrittori migranti “Permesso di soggiorno” (2010).

Ha pubblicato anche il libro di storie “Il ragazzo tigre” (Abramo, 2006), con Luigi Di Ruscio “50/80” (Transeuropa, 2010), e per il teatro “Non avere paura del buio” (Editoria & Spettacolo), e “Comunista!” (Effigie, 2008). Intensa la collaborazione con il fotografo Mario Dondero, con il quale ha pubblicato “Strade di Cartoceto” (Leader arte 2006). Suoi racconti sono presenti in numerose antologie.

Ha anche sceneggiato fumetti, collabora con il quotidiano "il manifesto", con "L'Indice dei libri", "Il Mese" di Rassegna sindacale, e dirige per la Ediesse, casa editrice della CGIL, la collana di libri no-fiction "Carta bianca". Ha scritto il documentario "La neve nera. Un italiano all'inferno". È nella giuria tecnica del concorso nazionale "Paolo Volponi", in quello di “Liberetà” dedicato alla narrativa della memoria, e figura nel comitato di redazione della rivista "Letteraria". Ha dato vita con altri al blog letterario "Le parole e le cose". Vive a Fermo.

Il suo ultimo lavoro è "Andare, camminare, lavorare - L'Italia raccontata dai portalettere” (Feltrinelli, 2015).

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