Un giornalista «scomodo» costretto a lavorare nello sgabuzzino delle scope. Cuochi e camerieri assunti e licenziati ogni due ore, centinaia di volte all'anno, con tanto di tredicesima e quattordicesima (totale 1,1383 euro) e riposi non goduti (80 centesimi). Ex manager che fanno i baristi o i baby sitter. Impiegati vittime del mobbing e costretti a scegliere tra antidepressivi, ansiolitici e Viagra. Dirigenti disoccupati che si tingono i capelli prima di un colloquio di lavoro. Fusioni bancarie che provocano migliaia di esuberi per gli over 50. Tre giovani dipendenti premiate dal datore di lavoro con una vacanza ai Caraibi, a patto che siano «gentili» con i clienti...
Che cosa sta succedendo nel mondo del lavoro?
Partendo anche dalla propria esperienza personale, oltre che dalla sua inchiesta, Luigi Furini esplora un mondo che si rivela spesso tanto crudele e assurdo da diventare ridicolo. Volevo solo lavorare è un viaggio nella giungla di chi è troppo vecchio per le imprese e troppo giovane per avere la pensione, tra i «mobbizzati» dell'unico paese europeo senza una legge in materia, tra i giovani precari, tra i lavoratori poveri e gli «scoraggiati», cancellati anche dalle liste del collocamento.
Tra vicende tragicomiche, corsi di autodifesa e reti di solidarietà, Furini scopre un'Italia che i media non raccontano più: problemi concreti e quotidiani che la politica ha dimenticato, in un paese che sta perdendo le sfide della globalizzazione.
«Questo è il libro migliore scritto sulla difficoltà di condurre una vita normale in Italia.»
Antonio D'Orrico, «Corriere della Sera - Magazine»
Scrittore e giornalista al gruppo Espresso.
Per Garzanti ha pubblicato “Volevo solo vendere la pizza” (2007), “L'Italia in bolletta. Risparmi in fumo, debiti alle stelle: come si estingue il ceto medio” (2009) , e “Volevo solo lavorare” (2010) che racconta la dura realtà di due milioni di italiani che si trovano fra coloro che hanno perso il lavoro (attorno ai 50 anni) e non ancora in età da pensione (con l’asticella portata sempre più in alto).
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